Science

Che cos’è il G7?

Il gruppo G7 è formato dalle democrazie industriali più potenti del mondo, le nazioni che vi vanno parte sono gli Stati Uniti, il Canada, la Francia, la Germania, l’Italia, il Giappone e il Regno Unito. Concretamente tutta l’Unione Europea partecipa al G7, mandando come delegato il presidente della Commissione Europea. I presidenti si riuniscono annualmente per discutere questioni come la governance economica globale, la sicurezza internazionale, la politica energetica e tanti altri temi caldi. Diverse critiche fatte al G7 sostengono che molte importanti potenze emergenti sono escluse da queste decisioni e alcuni analisti criticano la sua incapacità di mantenere gli impegni ambiziosi, in particolare per quanto riguarda l’aiuto allo sviluppo di altri paesi. Anche la Russia apparteneva al gruppo fino all’anno 2014, ma poi le tensioni politiche con l’Ucraina ne hanno causato l’uscita, come era già accaduto anni prima. Non ci sono esatti criteri formali per l’adesione al G7, ma le nazioni partecipanti devono essere democratiche, sviluppate e industrializzate, condividere alcuni valori come libertà e rispetto dei diritti umani. Il PIL aggregato degli stati membri del G7 costituisce circa il 50 per cento dell’economia globale. Oltre al G7 esistono altre aggregazioni mondiali, come per esempio quella del G20 e G77, che per molti hanno un potere e un prestigio maggiore del G7. Il G20 conta potenze emergenti come Cina, Brasile, India, Messico e Sudafrica, la cui assenza dal G7 è stata spesso criticata.  

La prima riunione del G7, all’epoca G6 senza l’inclusione del Canada (che entrerà l’anno successivo), fu nel 1975; da sempre questo incontro ha lo scopo di instaurare un dialogo tra i leader delle principali potenze.

All’epoca della prima formazione i temi da sciogliere erano la crisi finanziaria degli anni 70’ e lo shock petrolifero. La caratteristica del G7, rispetto anche ad altri gruppi, come la NATO, e che si tratta di un gruppo informale, dove non ci sono regole scritte, ha la possibilità di modellarsi e prendere decisioni veloci in base alla sfida globale che si sta affrontando. I temi trattati possono essere i più vasti: economici, finanziari, regionali, questioni ambientali e di sviluppo. Gli stati che ne fanno parte prendono l’impegno di riunirsi ogni anno; nel 2017 l’incontro verrà ospitato nel mese di maggio, 26 e 27, a Taormina, Sicilia e si tratta dal 43° incontro (sito di riferimento http://www.g7italy.it/).

A turno viene eletto un presidente della commissione, che sta in carica un anno solare; il suo compito è quello di proporre le tematiche chiave da trattare, organizzare l’evento, ospitare i presidenti degli altri paesi e scrivere un comunicato finale da pubblicare a fine incontro.

Il summit vero e proprio è caratterizzato dalla presenza di 3 figure chiave:

  • lo “Sherpa”
  • “Political Director” (PD)
  • il “Foreign Affairs Sous-Sherpa” (FASS)

Lo “Sherpa” (nome ispirato alle guide himalayane) rappresenta il Capo di Stato o di Governo del proprio paese. Inoltre è anche responsabile dei lavori preparatori al summit e sovrintende il negoziato per la stesura del Comunicato finale.

Le figure del “Political Director” e del “Foreign Affairs Sous-Sherpa” affiancano lo Sherpa nello svolgimento dei suoi compiti e rispettivamente sono responsabili di politica estera e sicurezza (PD) e temi trasversali quali ambiente e sviluppo economico-sociale (FASS).

 

Il G7, con la globalizzazione degli anni 80-90, ha dovuto aprire le porte ad un dialogo con nuovi attori, per via della crescente complessità delle sfide da affrontare. Da allora sono sempre interpellati paesi come Brasile, Cina, India, Messico e Sud Africa, sui temi riguardanti gli investimenti, l’energia, l’innovazione e lo sviluppo. Il maggior dialogo con i paesi in via di sviluppo e con altri stati, come l’Australia, la Corea del Sud e l’Indonesia, è andato di pari passo con l’evoluzione dei temi trattati, non più focalizzati solo su un coordinamento economico e finanziario, ma un’apertura a temi sensibili e cruciali: dallo sviluppo dell’Africa ai cambiamenti climatici, alla sicurezza alimentare, alla prevenzione delle pandemie, alla risoluzione delle crisi internazionali, questioni ormai entrate a far parte a pieno titolo dei lavori dei Vertici G7.

Non solo Taormina

Oltre all’incontro di Taormina in Italia, in Italia si sono tenuti e si terranno altri incontri sempre in ambito G7:

  • 30-31 marzo 2017, Firenze, G7 Ministri della Cultura;
  • 9-10 aprile 2017, Roma, G7 Ministri dell’Energia;
  • 10-11 aprile 2017, Lucca, G7 Ministri degli Esteri;
  • 11-13 maggio 2017, Bari, G7 Ministri delle Finanze;
  • 10-11 giugno 2017, Bologna, G7 Ministri dell’Ambiente;
  • 21-22 giugno 2017, Cagliari, G7 Ministri dei Trasporti;
  • 26-27 settembre 2017, Torino, G7 Ministri dell’Industria;
  • 28-29 settembre 2017, Torino, G7 Ministri di Scienza e Tecnologia;
  • 30 settembre-1 ottobre 2017, Torino, G7 Ministri del Lavoro;
  • 14-15 ottobre 2017, Bergamo, G7 Ministri dell’Agricoltura;
  • 5-6 novembre 2017, Milano, G7 Ministri della Salute.

http://www.g7italy.it/it/calendario

In particolare all’ambiente sarà dedicata una delle riunioni ministeriali previste nell’ambito della Presidenza Italiana del G7 2017, che si terrà a Bologna l’11 e il 12 giugno. Si contano numerose attività che il Ministero dell’Ambiente, il Comune di Bologna e l’Università stanno mettendo in campo, in collaborazione con associazioni civiche, culturali, universitarie e ambientaliste, per fare di Bologna capitale internazionale dell’ambiente nel mese di giugno. Il Ministero dell’Ambiente sta mettendo a punto le proposte da condividere con gli altri paesi avanzati e con la Commissione Europea per fare in modo che il G7 possa dare il contributo più significativo possibile all’attuazione dell’Agenda di Parigi sui cambiamenti climatici e all’Agenda 2030 sullo sviluppo sostenibile. Il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, si è così espresso “Sicuramente l’economia circolare sarà la base di tutti i documenti programmatici, e non dico soltanto del mio ministero, ma del governo. Perché quando facciamo la strategia dello sviluppo sostenibile, parliamo di economia circolare, così come quando facciamo la strategia sui cambiamenti climatici parliamo di economia circolare. L’economia circolare non è più solo una questione ambientale, ma riguarda la Strategia economica ed industriale del Paese nel XXI secolo. Questa è la novità vera che conviene alle imprese, e le imprese sono già pronte”.